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La parola lettering indica in inglese la materia che studia la morfologia delle lettere e in particolare del carattere da stampa fornendo le nozioni necessarie alla loro conoscenza e gli elementi per il disegno corretto delle loro svariate forme.1

Il carattere è un elemento essenziale della comunicazione visiva ed è anche alla base di qualsiasi progetto di graphic design.

La scelta corretta di un carattere, basata sull’equilibrio tra forma e funzione, è sicuramente uno dei criteri fondamentali per garantire coerenza ed efficacia allo stampato.

Ci sono due diversi parametri di utilizzo del carattere: l’utilizzazione storica e quella psicologica.2 Questa distinzione può essere ricondotta ad un’altra opposizione, spesso utilizzata in analisi semiologiche: quella tra asse diacronico e sincronico.3

La tipografia diacronica è quella che tiene conto dell’asse temporale, quella sincronica si basa sull’aspetto assunto dalla lettera, al di fuori di ogni considerazione di tempo.4 Sulla base di queste distinzioni è possibile ricondurre ad un preciso fine ogni operazione compiuta dal designer sullo stile del carattere.

Per l’insegna di una farmacia, che vuole evidenziare le proprie origini d’inizio secolo, si utilizzerà, ad esempio, un carattere Art Nouveau, con stilizzate decorazioni di stampo floreale. In un libro sul Medioevo si potrebbe utilizzare, per il frontespizio, un carattere gotico come la Fraktur o la Textura.

Tale scelta potrebbe avere invece una spiegazione nell’utilizzazione psicologica. “Si tratta di individuare delle relazioni, delle analogie, anche sottili e appena percettibili, fra il segno e il contenuto da esprimere, cioè il messaggio scritto. In qualche modo ricercare l’enfasi formale che esprima al meglio il contenuto da comunicare” 5

  1. Tubaro, Antonio e Ivana, Lettering, studi e ricerche sulla forma della scrittura e del carattere da stampa,
    Milano, Istituto Europeo di Design, Idea Books, 1992, pg. 8[]
  2. Daniele Baroni, “Il manuale del design grafico”, Milano, Longanesi, 1986, p. 63[]
  3. Con il termine sincronia si indica, in linguistica, lo studio e la valutazione dei fatti linguistici considerati in un dato momento, astraendo dalla loro evoluzione nel tempo, ovvero in un determinato stato della lingua. Si contrappone alla diacronia che invece studia le lingue secondo il loro divenire nel tempo.[]
  4. Gérard Blanchard, “L’eredità Gutenberg: per una semiologia della tipografia”, Venezia, Gianfranco Altieri editore, 1980, p. 237[]
  5. Baroni, op. cit., pg. 63[]

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